lunedì 14 dicembre 2009

Prima e dopo


La barca era assolutamente immobile sull'ancora in una baia che abbracciava uno specchio d'acqua ferma come un lago, circondato da dolci colline, il cui profilo scuro si delineava ad intervalli quasi regolari per il passaggio lontano di fari d'automobili senza rumore, contro il cielo appena rischiarato dalle stelle. La notte calda, di metà luglio, in Grecia, un bicchiere di porto Calem riserva, il lento oscillare della fiammella della lucerna ad olio sul tavolo in pozzetto, tutto sollecitava una piacevole sensazione di rilassamento muscolare. Dino aveva spento anche lo stereo, e il silenzio era assoluto. Neanche più le cicale, già zittite da tempo erano state sostituite dai grilli.
 Silenzio.
Anche troppo.
L'immobilità dell'acqua impediva persino la ritmica della risacca. La baia non lontana da Igoumenitza, ma comunque abbastanza distante da qualsiasi insediamento umano era muta.
Persino l'assenza della luna non consentiva percezione di movimento. Aveva appena interrotto la lettura dell'Antologia di Spoon River affollata di fantasmi risentiti e i loro rancori affollavano ancora i suoi pensieri.
Due occhi brillavano davanti ai suoi, come per contrasto, per partecipare la stessa tranquilla sensazione di piacere che lui stesso provava.
Silenziosi.
Nessuno si muoveva, quasi fosse un profanare quel silenzio cosmico. Quelle iridi scure esaltate dal chiarore delle sclere gli davano una strana sensazione che non riusciva a decifrare. Poi capii che erano il centro di gravità di quella scena. Senza quel polo d'attrazione quella magnifica scena, intensa, poteva essere una scena di vuoto, di desolazione e di morte.
Quegli occhi erano vita. Amore che gli si presentava sotto mentite spoglie. Si rese conto quanto sia sbagliato dire:
- Ti amo da morire.
No quegli occhi dicevano: 
- Ti amo da vivere!
Erano loro il movimento, la vita.
La loro presenza fece scivolare i suoi pensieri su un dolce pendio di serenità.
Una forza.
La sua vita si è divisa in un prima e un dopo.

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