Ti ho incontrata.
Ho affidato ad un foglio il mio grido nel deserto, ad una bottiglia in mare, il mio messaggio.
Un giornale per raccontare il viaggio nella confusione mentale che mi assaliva, proprio nel momento in cui la mia navigazione, nella vita, sembrava filare nella calma piatta della routine.
Quante erano le probabilità che la risacca lo portasse ad arenarsi nel tuo cuore?
“why don’t call me” cioè “perché non mi chiami?” o anche “perché non dici il mio nome?”
Mi hai chiamato: “Amore!”
lunedì 8 febbraio 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento